mercoledì 3 febbraio 2010

14 gennaio 4 febbraio


14 gennaio 4 febbraio 2010

Anche quest'anno ho partecipato all'iniziativa del Corriere della Sera in cui si racconta un giorno qualunque nella vita dell'Italia.
Domani 4 febbraio uscirà l'inserto "Sette" con le 68 fotografie di 68 fotografi sparsi nel paese per raccontare l'Italia in uno scatto.
E' una bella esperienza in cui 68 persone, contemporaneamente, il 14 gennaio si
sparpagliano per luoghi e argomenti da
raccontare.
E' la cosa più importante che la fotografia può fare, far immaginare. E anche portare alla luce le storie di un paese che normalmente non emergono, spesso soffocate dallo stolto strapotere della televisione.
Io sono andato nel basso Appennino, tra le provincie di Campobasso e Benevento per descrivere gli impianti di energia Eolica che pullulano da quelle parti. Ho mandato alla redazione una sola fotografia che forse non è la più bella (ma si sa che i fotografi non sanno scegliere il loro lavoro...), ma volevo evitare quella indecisione che l'anno scorso mi ha dilaniato fino all'ultimo e che alla fine mi ha spinto a delegare a Chiara Mariani, editor di Sette, la scelta.
Per questo motivo nella home page ho messo anche gli altri scatti, quelli con Giuseppe Fanelli che mi ha aperto l'impianto di Rotello in provincia di Campobasso e gli altri con Rocco Callisto Molinara e Michele Facchiano che mi hanno fatto compagnia sulla torre J17 di San Marco dei Cavoti in provincia di Benevento.
Gli impianti sono di proprietà della IVPC di Avellino e sono costruiti dalla Vestas, società danese con sede a Taranto (in Italia).
Gli scatti di Rotello sono stati realizzati il 13 sera mentre quelli di San Marco il 14, per ottimizzare i costi della trasferta e dormire solo una notte(avrei potuto barare e dire che il pomeriggio mi ero spostato a Rotello ma credo molto che questa cosa del giorno sia da rispettare).
Ho scelto di fare delle fotografie agli impianti eolici anche per sfatare il luogo comune del contrasto con il paesaggio. A me piacciono. Sarà perchè l'elica è un oggetto intrinsecamente affascinante o perchè da lontano in quel loro ordine sparso mi sembrano degli enormi fenicotteri o perchè producono energia senza inquinare l'ambiente.
Posso testimoniare che il rumore di cui tanto si parla è percettibile solo nelle immediate vicinanze (e non è così sgradevole) e solo quando c'è poco vento (altrimenti è il rumore stesso del vento a farla da padrone).
Costano poco, durano tanto, non producono scorie. Forse è per questo che in Italia si preferisce invece "buttare" i soldi in una tecnologia dove invece le promesse di sperpero sono decisamente allettanti (vedi gli accordi con la Francia a proposito del nucleare).
Comunque questi sono argomenti che meritano altri spazi di approfondimento.
Desidero ringraziare Michele e Salvatore Cece che non sono fratelli ma erano insieme sulle turbine J18 e J19 e che sono ritratti nella fotografia pubblicata da "Sette".
E poi ringrazio, oltre ai sopracitati, in ordine sparso, Roberto Lorenzotti, Paolo Orsini, Stefania Abbondandolo, Antonio Grano, Luigi Boffa, Angela dell'Antica Loggia, Velia Senatore, Francesca Biffi, Edoardo Zanchini, Leonardo Bianco, Giovanni Selano, Stefano Converso e Chiara Mariani, che hanno contribuito alla realizzazione del reportage.

P.S.
Sono contento che il blog si apra oggi con questa iniziativa collettiva, mi sembra in perfetta sintonia con le intenzioni che mi hanno spinto ad aprire il sito.
Alberto